dicembre è il mese delle cose.

In questi anni, per fortuite coincidenze di vita, ho iniziato a relazionarmi con gli oggetti. La mia professione da architetto mi aveva spesso portato a riflessioni sul tema ma mai in modo così approfondito. Solo ad un certo punto e sopratutto grazie ai mesi trascorsi in casa durante la pandemia ho iniziato ad avvertire un’urgenza rispetto a tematiche tanto concettuali quanto pratiche. Ogni volta che trattiamo il tema della casa infatti si ci riduce sempre a semplificative considerazioni intorno a stili e tendenze (che indubbiamente vendono di più) senza maturare una propria coscienza rispetto alla relazione che abbiamo con i nostri oggetti e alle azioni che compiamo intorno ad essi. In realtà la forma-casa è per definizione l’inabitabile. Abitiamo davvero solo le cose, ci dice Coccia ed è vero. Se iniziamo a dare agli oggetti il valore di magneti attraverso i quali comporre la quotidianità dello spazio domestico senza dubbio cambieranno anche i nostri desideri in termini di conservazione e acquisto. Da  questo punto di vista è nato il desiderio di far entrare nella mia nuova casa solo oggetti che rispondevano ad un determinato valore. Molti li ho disegnati personalmente e con la giusta calma dopo aver iniziato a vivere questo luogo. Credo che solo muovendoti nello spazio puoi capire cosa manca. Il tavolino per appoggiare il caffè o il pouf per allacciarsi le scarpe. L’oggetto nasce dall’esigenza (ho pensato anche di chiamare il secondo drop Need per questo motivo). Nulla  è posizionato a caso, in una condizione quasi maniacale. Molto di quello che mi rappresenta ha due caratteristiche fondamentali: è semplice nella forma e prevede una facilità ad essere spostato visto l’animo nomade e in continuo mutamento.

una personale relazione con gli oggetti.

Sono innamorata degli oggetti  che assolvono contemporaneamente ad una doppia funzione: quella per cui sono stati progettati e quella in grado di garantirmi benessere attraverso l’estetica. Può sembrare superficiale, ho già raccontato in passato quanto il mio indice di benessere psicologico si misura in quanto è bella la casa in cui mi trovo. Ma torniamo al tema dei valori che mi sembra abbastanza interessante da approfondire per una vita molto più consapevole che riduca gli sprechi dell’acquisto “tanto fra un anno lo cambio”. Sappiamo tutti ormai che acquistare local è più sostenibile. Ma questo tema è abbastanza complesso da sviscerare quando parliamo di prodotto d’arredo e made in Italy. Senza nasconderci dietro falsi miti l’italiano medio che fa casa oggi non può permettersi un prodotto realizzato in Italia. Se costa troppo il prodotto o gli italiani guadagnino troppo poco non sono in grado di definirlo, sta di fatto che la maggior parte dei clienti con cui mi sono confrontata in questi anni declinavano le proposte presentate sempre a favore di catene low cost di largo consumo di cui tutti conosciamo i nomi. D’altra parte io stessa millennial e poco incline a metter radici pensavo che sarebbe stato uno spreco acquistare arredi di valore che poi avrei dovuto lasciare in qualche casa di passaggio. Ho iniziato a comprare solo piccoli oggetti che potessero essere messi in una valigia, il mio cosiddetto bagaglio di design. Ma non possiamo permetterci più questa superficialità e l’attenzione allo spreco deve essere un obbligo. Mi sono detta voglio comprare meno e meglio, local e con un un gusto estetico che rispecchi la mia personalità. Tutte cose molto complicate in un solo oggetto. Ho trovato la soluzione attraverso l’artigianato. Il nostro paese è pieno di piccole aziende con un grande know how, basta accompagnarle verso progetti che rispecchiano i nuovi canoni estetici e sociali. È troppo facile parlare di design d’autore e grandi maestri mentre nessuno parla di come far entrare il design nelle case delle persone normali. Anche qui la risposta ad un bisogno: un giorno una cliente mi ha detto: non voglio un divano low cost ma nemmeno un divano che costi 6 mesi del mio stipendio. Non ho googlato, sono andata in Brianza. Se c’è stato un periodo in cui credevo che fosse fondamentale che tutto fosse in rete e immediatamente reperibile, l’esperienza di questi anni mi ha insegnato che l’acquisto consapevole non è compulsivo e che molte aziende locali sono in grado di realizzarti un prodotto eccezionale ad un costo accessibile.


MAKE TO ORDER*

*Questo spazio è una vetrina di prodotti sviluppati in co-branding, il prodotto sarà realizzato per voi al momento della richiesta in un’ottica di sostenibilità, ottimizzazione dei cosi e zero sprechi. Un modello che mette il cliente e le sue esigenze al centro del processo produttivo. Leggere attentamente i tempi di produzione e consegna dei prodotti.

Finalmente ho un catalogo con tutte “le cose” realizzate in questi anni.


WORKSHOP

Specchio dei cambiamenti sociali, la casa ha subito storicamente grandi evoluzioni ed è stata al centro del dibattito degli ultimi cento anni con grandi slanci sperimentali che difficilmente hanno trovato una corrispondenza nella realtà dell’edificato. L’approccio tipologico resta costantemente legato a dinamiche culturali che mettono al centro il nucleo familiare e l’aggregazione standardizzata degli ambienti domestici. Le abitudini sono mutate, il tema si è fatto urgente, ma il cambiamento è lento e faticoso.Gli architetti sono li ad annaspare tra crisi economica e paura del cambiamento. La creatività è ai minimi storici, standardizzata da dinamiche sociali e di mercato mai viste prima. Il ruolo a loro riservato di innovatori è stato sostituito dai social network e da una board che determina un progetto. Come sarà un nuovo nuovo (domani) design? il format di questo workshop è totalmente nuovo: un solo giorno, una tavola rotonda su diversi argomenti che appartengono al design quanto alla quotidianità dei cambiamenti degli ultimi anni. Nessuna esercitazione pratica ma 8 ore di confronto aperto.

GENNAIO 27/2024. H10.00 - 18.00

PER ISCRIVERTI


COSE DA LEGGERE SULLE COSE

Qualche mese fa mi hanno chiesto di scrivere per una rubrica intitolata visioni sulla piattaforma digitale pianetadesign.it. Avevo voglia di tornare a scrivere e volevo farlo sull’abitare. La casa e i suoi cambiamenti il centro delle mie riflessioni. Compreso le cose. Qui tutti gli articoli e l’ultimo per un design sostenibile possibile.

LIBRI: LE COSE.UNA STORIA DEGLI ANNI SESSANTA. PEREC

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la comunicazione che mette le persone al centro.

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ho da dirvi alcune cose intorno all’abitare.